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Come Audioboost affronta la sfida energetica legata all’Intelligenza Artificiale.

L’epoca dell’Intelligenza artificiale è già tra noi e cresce in parallelo anche il consumo di energia da parte dei Data Center digitali. La testata francese Le Monde ha discusso, in un articolo ripreso da Start Magazine, le possibilità di accelerare o frenare nel ricorso all’IA. In apertura, vengono riprese le parole di Sam Altman – inventore di OpenAI – pronunciate a Davos: “Non comprendiamo ancora appieno il fabbisogno energetico di questa tecnologia”. A fornire una prima risposta è l’Agenzia Internazionale dell’Energia, IEA: secondo un rapporto di fine gennaio 2024, l’elettricità consumata dai data center digitali del mondo è destinata a raddoppiare entro il 2026, soprattutto a causa dell’aumento dell’IA e delle criptovalute, portando il fabbisogno dai 460 TWh registrati nel 2022 a 1.050 TWh. Sono tanti (e lo saranno sempre più) i dati disponibili per analizzare: anche il Boston Consulting Group ha previsto un aumento pari al triplo dei consumi dei data center statunitensi al 2030, toccando 390 di TWh.

Audioboost che utilizza l’AI-Voice generativa in collaborazione con Google Cloud tiene in grande considerazione il tema e per questo ha scelto un partner che per affrontare livelli di elettricità costanti e l’aumento della capacità di calcolo  ha iniziato ad acquistare l’equivalente del suo consumo in energia rinnovabile. In particolare nel 2022, per il sesto anno consecutivo, Google ha compensato il 100% del suo consumo annuo globale di elettricità con l’acquisto di energia rinnovabile.

Qui l’approfondimento sugli obiettivi 24/07 Carbon-Free di Google Cloud.

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